Il Bianco e Nero: confronto Digitale vs Analogico

Spesso mi viene chiesto quali possono essere i risultati di una stampa in BN paragonata a quella classica analogica o “argentica”.
La risposta breve è: come qualità misurabile, la stampa inkjet BN professionale può facilmente superare quella analogica…ma sarà sempre “diversa”.

Ma qualifichiamo questa risposta. Gli elementi che creano la qualità di una stampa in BN sono i seguenti:

  • Profondità del nero. Una stampa digitale su carte lucide, semilucide o baritate raggiunge un nero pari a L*=2 (mi riferisco alla Canon IPF6300 o alla Epson 7900 usata in modalità AWB). Una stampante semiprofessionale raggiunge L*=5 circa. Una stampa analogica di solito non scende sotto a L*=10. Quindi il nero è sicuramente più profondo sulla stampa inkjet.
  • Neutralità della stampa su tutti i toni, cioè i neri i grigi e i bianchi nelle varie gradazioni. E’ qui che viene fuori la differenza tra una stampa amatoriale e una professionale.  Infatti le stampe in BN amatoriale soffrono sempre di grosse dominanti che rovinano la qualità. Invece un lavoro professionale può portare a una scala di grigi che abbiano una deviazione DeltaE<1 su tutti i livelli di luminosità, ossia inferiori alla capacità di distinzione dell’occhio umano. Le stesse stampe analogiche non sono perfettamente neutre e alcune carte fanno molto peggio, ma diciamo che su questo aspetto vi può essere un pareggio, usando il meglio di entrambi i lati. Ma attenzione, è qui che le stampe non perfette cadono miseramente.
  • Continuità delle gradazioni, cioè l’assenza di gradini nella luminosità dei grigi stampati. Qui teoricamente l’analogico, per definizione può far meglio: infatti la tecnologia digitale è sempre quantizzata, l’analogica no. Tuttavia le stampanti che lavorano a 16 bit (teorici) assicurano una continuità davvero irreprensibile e priva di salti nel grigio. Non solo, ma anche lavorando a 8 bit i driver delle stampanti (anche quelle amatoriali di qualità) hanno un dithering che consente l’eliminazione dei gradini, per risultati perfetti.
  • Qualità e matericità della carta. Oggi le carte per stampa digitale sono offerte in una varietà incredibile, che comprende oltre alle lucide politenate, anche carte di altissimo valore, come le Matte con goffrature di vari tipi e le Baritate. Queste ultime in alcuni casi hanno un vero strato di solfato di bario che conferisce un aspetto veramente simile a quello delle baritate analogiche.
  • Definizione/risoluzione della stampa. Entrambe le tecnologie offrono una risoluzione talmente elevata che questo aspetto è irrilevante nella pratica. Ci vuole veramente il lentino per scoprire i limiti di una stampa digitale. Teoricamente una stampa analogica potrebbe risolvere di più di una stampa digitale…a patto che il negativo abbia più informazioni…il che non accade a parità di formato.

Questi sono i parametri. La realtà però va oltre ed è che una stampa analogica è diversa da una digitale anche a parità di supporto. In pratica si distinguono facilmente.
E’ una questione di gusti. Personalmente trovo che tutta la “filiera di difetti” che caratterizza il processo analogico possa piacere solo in pochi casi particolarii. Altrimenti trovo che la purezza, flessibilità e costanza dei risultati di una stampa digitale sia superiore. E così anche il risultato estetico per me è più appagante.

Ma attenzione: se sul colore piccole imprecisioni nella procedura di lavoro inkjet possono passare inosservati, il BN non perdona. I difetti vengono amplificati e molto spesso i risultati sono scadenti. Una stampa professionale sarà ovviamente in grado di eliminare tutti i difetti potenziali e portare a un risultato dentro alle specifiche illustrate sopra.