La Soft Proof: come e quando usarla

La Soft Proof è uno strumento importante per il fotografo e per lo stampatore, può fornire informazioni utilissime, ma anche diventare “pericolosa” se usata in modo improprio.
Facciamo subito una premessa: è inutile pensare di fare qualsiasi lavorazione a Monitor e in particolare lavorare con la Soft Proof se non si ha un monitor calibrato e profilato.

Il termine Soft Proof è nato in contrapposizione a Hard-Proof che vuol dire prova di stampa eseguita su carta.
La Soft Proof invece è una simulazione a monitor della Stampa che si attiva così: se lavoriamo su Photoshop dovremo andare su View>Proof setup>e cliccare Custom…Qui si apre un pannello. Su “Device to Simulate” dovremo scegliere il profilo ICC che avremo precedentemente caricato nell’apposita cartella. Dopo di che vediamo che dobbiamo scegliere il tipo di Intento fra Perceptual, Relative Colorimetric, e altri due che sono molto poco usati a fini artistici e cioè Saturation e Absolute Colorimetric.
Scelto l’intento, abbiamo altre quattro spunte come opzioni che vedremo più avanti.

Perchè si fa una soft-proof?
è importante sfatare subito un mito molto comune: la soft-proof non serve per evidenziare eventuali errori o approssimazioni che il sistema di profilazione+stampa compiono: quelli, se ci sono, non sono conosciuti dal sistema (…altrimenti li avrebbe corretti!), ma per evidenziare 3 tipi di differenze tra l’immagine a monitor e la Stampa finale e cioè:

  1. Differenza di gamut. Ogni periferica possiede un Gamut ben delimitato: vi sono colori che NON possono essere resi e questi vengono portati DENTRO al gamut dai profili di conversione dalla gestione del Colore che attua le trasformazioni numeriche descritte nei profili ICC. Come abbiamo visto nell’Articolo sugli Spazi Colore, la forma del gamut di un monitor è diversa da quella di una stampante per cui si avrà la strana situazione in cui alcuni colori possono essere resi dal monitor ma non dalla stampante, e altri colori che invece possono essere resi dalla stampante ma non dal Monitor. La Soft-Proof ci mostra come cambiano i colori come conseguenza della differenza di gamut tra il Monitor e la Stampante. Gli eventuali colori fuori Gamut potranno essere lasciati alla lavorazione dell’intento prescelto (cosa raccomandabile nella maggioranza dei casi) oppure riportati “a mano” dentro al gamut tramite riduzione di saturazione e/o di luminosità e/o modifica di tonalità.
  2. Punto di Nero. Anche questa differenza è molto importante. Il nero reso dal Monitor è usato come riferimento della coordinata L*=0 e simula il Nero di una stampa con L=0. Nessuna stampante è però in grado di raggiungere un nero con L=0. Nel pannello Custom citato in precedenza, in basso c’è l’opzione “Simulate Black Ink”. Applicando la spunta vedremo l’effetto dovuto al nero “imperfetto” cioè non totale della stampante. In pratica il punto di Nero del monitor si alza di una differenza pari al valore effettivo L del nero stampato e assume una gradazione di grigio tanto più chiara quanto più “debole” è l’inchiostro nero della stampante.
  3. Punto di Bianco (Colore) della Carta. E’ molto raro che una carta abbia un punto di Bianco neutro e cioè con le coordinate a= b=0 nello spazio Lab. Di solito le carte hanno un certo colore, per esempio a=2, b=-5 è una tipica carta lucida politenata con una intonazione moderatamente fredda, cioè “blu” e leggermente Magenta. Spuntando l’opzione “Simulate Paper Color”, il bianco del Monitor si scosta per simulare appunto il colore della carta. Nell’esempio suddetto l’immagine apparirà improvvisamente “bluastra”. Bisogna far molta attenzione a non correggere questo scostamento che non è una “dominante”: infatti interverrà l’adattamento cromatico dell’osservatore che sposta l’asse dei grigi della percezione umana sul Bianco carta e quindi non “percepirà” l’immagine come bluastra.

PRECAUZIONI DA OSSERVARE

  1. E’ importante evitare di condurre tutta la lavorazione della foto nella modalità di Soft Proof per due motivi: il primo è che potremmo voler stampare la foto su un tipo diverso di Carta in un prossimo futuro e il secondo è che l’effetto visivo della Soft-Proof per quanto corretto numericamente, esagera l’appiattimento dell’immagine e la perdita di profondità del nero. Questo ci porta a effettuare delle sovra-correzioni che risulteranno in un effetto antiestetico sulla Stampa Finale. Si consiglia quindi di lavorare sempre la foto nella modalità normale e solo alla fine di condurre una Soft-Proof, ma limitatamente agli scopi descritti sopra.
  2. Si Consiglia anche di evitare di convertire l’immagine al profilo di Stampa prima di inviarla allo stampatore professionale perchè i profili vengono aggiornati e le macchine sostituite. Non c’è motivo per cui la conversione al profilo di Stampa non possa essere fatta al momento della Stampa
  3. Come scritto sopra, in presenza di una carta con Bianco non neutro, non si deve correggere l’intonazione che l’immagine assume nella Soft Proof, scambiandola per una dominante. Tuttavia  esistono dei profili molto particolari e molto rari che possono dare una leggera correzione automatica del Bianco Carta in funzione della coordinata L*. Questi profili possono essere realizzati solo con l’utilizzo del Software Monaco-Profiler e del suo successore e cioè i1profiler e non sono disponibili sui siti dei produttori di carte. SlowPrint li usa comunemente per Carte non-neutre, soprattutto sul B/N
  4. In generale, l’impatto di una foto osservata tramite Soft Proof è debole e l’immagine appare slavata: nella maggioranza dei casi questo effetto viene poi compensato nel momento in cui si osserverà la stampa nelle condizioni corrette, per cui, di nuovo, va evitata la sovra-correzione.
  5. La correzione manuale dei colori fuori Gamut va fatta con moderazione: lavorando con l’intento percettivo il trasporto dei colori fuori Gamut è molto graduale e progressivo, perchè tutti i colori vengono trasferiti grazie al Gamut Mapping che questo intento genera. Ciò significa che non si vedranno bruschi passaggi nel caso di colori fuori Gamut nè appiattimento di essi come avviene con l’Intento Relativo Colorimetrico.