Come si osserva (e si valuta) una Stampa

Finalmente…dopo tanto lavoro la vostra stampa è pronta..sembra buona…con trepidazione la portate di fianco al monitor e rapidamente osservate Monitor-Stampa-Monitor-Stampa-Monitor-Stampa con cambi velocissimi e…disastro! è tutta diversa!! il cielo non era di quel blu, i verdi sono di un altro tono e poi…è tutta scura!
Frustrazione e rabbia!
Chissà quanti fotografi sono passati per questa esperienza e quanta rabbia e notti insonni ha provocato. 

In questo articolo mi propongo di discutere con voi che cosa va fatto  e che cosa non va fatto quando si osserva una stampa e come giudicarla.
Questo articolo è strettamente legato all’articolo sulla Soft-Proof disponibile su questo sito

Prima di tutto dobbiamo lavorare sul concetto del confronto tra la stampa e il monitor. Cominciamo subito col dire che l’immagine a monitor e la stampa non potranno mai essere identiche per vari motivi che andremo ad analizzare ma prima di tutto per il fatto che il monitor emette luce, mentre la stampa la riflette. Questo fatto è già sufficiente per creare una percezione completamente diversa della stessa immagine anche quando questa è stampata in modo perfetto, ma c’è di più…molto di più…

Innanzitutto i requisiti fondamentali per poter fare un confronto tra la stampa e il monitor sono due:

  1. Un monitor di alta qualità calibrato e profilato con un colorimetro di alta qualità
  2. Una sorgente luminosa dotata di un adeguato spettro luminoso. Esistono delle norme (ISO 3664) che prescrivono le condizioni di osservazione delle Stampe. In pratica prescrivono un’illuminazione il più possibile vicina all’illuminante D50, con un CRI (indice di qualità del colore) >90 e un’intensità di 500 lux per l’osservazione normale e di 2000 lux per l’osservazione critica (come nei confronti critici). Il fotografo normale difficilmente possiede un’attrezzatura a norma e quindi potrà usare l’illuminazione solare (se disponete di una finestra a cui portare la vostra foto senza rovinarla o farla cadere sul balcone di sotto…è un’ottima soluzione) oppure potrà dotarsi di lampade con caratteristiche simili a quelle descritte prime e montate su vari tipi di supporto “casarecci” ma efficaci .  Le tipiche lampadine fluorescenti compatte non vanno bene e le incandescenti comuni, pur avendo un indice CRI molto alto, hanno una temperatura colore troppo diversa dal monitor e dalla luce solare di mezzogiorno. Come detto, anche l’intensità dell’illuminazione è molto importante: se è troppo bassa, la Stampa può apparire scura mentre non lo è. Attenzione però: la Stampa lucida/semilucida/baritata ha bisogno di molta luce per esprimere il suo contrasto e la forza del nero mentre la Matte dà il massimo con intensità medie o medio-basse: se riceve troppa luce si “spegne” e i neri diventano grigi. Quindi usate intensità di illuminazione diverse per i due tipi di Carta.

Ok, immaginiamo quindi di avere il monitor a posto (che avremo calibrato col Bianco tra i 5500K e 6500K) e la sorgente luminosa di osservazione anch’essa a posto.

Adesso possiamo finalmente mettere la stampa di fianco al monitor?  hemm…no. Prima dobbiamo capire quali sono i fattori che generano una differenza tra l’immagine vista a monitor e quella stampata

  1. Differenze di gamut tra la stampa e il monitor. Consiglio la lettura di un altro articolo presente sul nostro sito, dedicato agli Spazi Colore e alle loro caratteristiche anche con riferimento al Gamut delle Periferiche dove si vede che il gamut del monitor (anche di un monitor wide-gamut) ha una forma sostanzialmente diversa da quello di una stampa (anche professionale): ci saranno colori che vengono riprodotti sul monitor ma non sulla stampante e viceversa.Confronto spazi std e Epson 7900 3D
    Quindi in generale non tutti i colori che vediamo sul monitor nella nostra immagine sono stampabili, essi saranno quindi “spostati” verso un colore stampabile secondo i criteri dell’Intento di Stampa prescelto. Questo avviene soprattutto con le Carte Matte che hanno un Gamut molto più piccolo delle carte lucide o semilucide.
  2. Carte dotate di un punto di Bianco non neutro. Raramente le Carte hanno un Bianco neutro e cioè con valori a*=b*=0 nello spazio Lab. Di solito sono fredde e cioè hanno b*<0, ma a volte sono calde e cioè hanno b*>0. Anche la coordinata a* può variare tra -3 e +3 tipicamente. Tutti gli intenti di Stampa con eccezione di quello Assoluto, collocano l’asse del grigio sul Bianco Carta: detto in modo semplificato “spostano” i colori verso il Bianco della Carta. I colori quindi vengono effettivamente modificati anche per questo motivo
  3. Infine il punto di Nero della Carta non avrà mai L*=0, e la percezione di quanto esso sia “scuro” dipende moltissimo dall’intensità luminosa dell’osservazione.

L’effetto di questi 3 fenomeni può essere diminuito dall’uso corretto della Soft-Proof, ma è bene limitare la soft-proof alla correzione dei colori legata al gamut diverso: la correzione del Punto del Bianco e della profondità del nero possono portare a conclusioni sovrastimate.

In ogni caso per i 3 motivi visti sopra i colori e la “luminosità” della Stampa saranno effettivamente diversi da quelli visti a monitor senza che ciò sia sbagliato. Questa differenza non inficia la corrispondenza Monitor-Stampa reale. Come mai? perchè esiste un fenomeno molto interessante che si chiama “Adattamento Cromatico dell’Osservatore” (ACO)

In base a questo fenomeno l’osservatore umano automaticamente posiziona il suo asse dei grigi sul Bianco Carta (e quindi sull’asse dei grigi usato per la Stampa) e, entro certi limiti, opera una specie di Black Point Compensation, cioè accetta come massimo Nero il punto più scuro della foto (Photoshop ha copiato dall’Essere Umano? o viceversa ?).

Ma…affinchè l’ACO abbia effetto, è necessario un po’ di tempo, diciamo alcuni secondi e soprattutto è necessario che non vi siano elementi di distrazione vicini…come per esempio un Monitor!! Capite adesso perchè non si deve osservare una Stampa di fianco al Monitor? perchè il nostro occhio diventa “matto” e non sapendo su quale riferimento operare l’ACO lo opera sulla base della sorgente luminosa più forte e cioè il Monitor. Di conseguenza la Stampa verrà vista senza il “suo” ACO corretto… e apparirà sbagliata, coi colori sbagliati e la luminosità sbagliata…quel “disastro” che avevamo citato all’inizio dell’articolo.

Perciò il metodo corretto è quello di osservare attentamente l’immagine a Monitor, poi alzarsi e dirigersi verso la postazione di osservazione della Stampa, lasciando passare alcuni secondi. A questo punto il confronto avverrà tra la nostra memoria dell’immagine a Monitor e quello che vediamo e cioè la Stampa: l’emozione generale suscitata dalla Stampa e i dettagli come le ombre, le alte luci, la luminosità media, le sfumature di colore su cui abbiamo lavorato e infiniti altri aspetti che cambiano da foto a foto. Tutti questi aspetti sono come li volevamo? Li ricordiamo come quelli pazientemente “aggiustati” a Monitor? questa è la domanda cruciale che risponderà alla domanda se Stampa è “sbagliata” oppure è corretta.

Perchè, alla fine dei conti, nessuna delle persone che vedrà la Stampa nei prossimi 200 anni, avrà il Monitor vicino per confrontarla con esso! Quello che conta è l’immagine che la Stampa crea e si imprime nel nostro cervello…con un altro procedimento di Stampa che per ora non conosciamo ancora!